Rottura della protesi e dispersione de gel
La rottura della protesi è una delle problematiche possibili quando si esegue una mastoplastica additiva. Può essere causata da una lesione chirurgica all’impianto mammario ma può essere anche dovuta all’invecchiamento della stessa.
La rottura della protesi è un rischio della mastoplastica additiva. Se dovesse succedere che l’involucro di una protesi mammaria in silicone dovesse rompersi, il rischio che il gel di silicone (pur in quantità molto ridotte) possa diffondersi in altre zone corpo è ritenuto molto ridotto perché il gel è altamente coesivo e l’insieme è contenuto all’interno della capsula fibrosa che circonda la protesi. Con il miglioramento produttivo le moderne protesi seno si sono notevolmente sviluppate e la complicanza della diffusione del silicone in altre zone del corpo è diminuita. La ricerca attuale non indica alcun effetto avverso certo derivante da questo gel di silicone”libero”, eccetto la presenza di alcuni linfonodi locali ingranditi.
Come si verifica la rottura della protesi
Qualora dovessero verificarsi dei sintomi, potranno includere presenza di masse nel seno, riduzione delle dimensioni mammarie o variazioni nella forma del seno, dolore o dolorabilità. La rottura della protesi mammaria può essere idiopatica oppure essere dovuta ad un trauma violento. Normalmente quando si verifica una rottura, il chirurgo consiglierà la rimozione della protesi e l’eventuale sostituzione con una nuova.
Si ritiene che la protesi mammaria nell’arco di 10 / 20 anni diventi meno resistente e quindi risulti opportuno sottoporsi ad un controllo ecografico per verificare l’integrità della stessa, anche in assenza di particolari sintomi. Anche la mammografia – che è un’indagine clinica necessaria per prevenire e diagnosticare malattie importanti – può essere un momento di trauma meccanico per la protesi e potrebbe causare la rottura della stessa.
Si consideri comunque che i dispositivi medici impiantabili di solito hanno una specifica durata e che la paziente dovrebbe essere consapevole della necessità di rifare l’intervento dopo 10 anni.