La mastoplastica del seno cadente

La mastoplastica del seno cadenteIl seno è definito flaccido se la piega sottomammaria è coperta da più di un centimetro di tessuto mammario quando il paziente è in piedi. La figura mostra vari gradi di ptosi mammaria, che è indicata da una quantità crescente di tessuto al di sotto della linea rossa.

La caratteristica comune dei primi 3 gradi di ptosi (B, C, D) è la maggiore distanza tra il capezzolo e la clavicola. Nel caso contrassegnato con la lettera E si tratta di una ptosi ghiandolare che mantiene la normale distanza. Continua a leggere

Tutto sulla mastoplastica additiva

L’intervento di mastoplastica additiva con protesi è indicato in quelle pazienti che vogliono migliorare la forma del seno o perché hanno un’asimmetria, una perdita di volume dopo la gravidanza, ipoplasia o semplicemente perché vogliono più volume.

La visita medica:

In questa prima visita, il medico valuterà il tuo torace, prenderà le misure e spiegherà le tecniche necessarie per ottenere un buon risultato nel tuo caso particolare. Valuteranno insieme a te anche la taglia più adatta al tuo profilo. Continua a leggere

Quali misure della protesi mammaria?

L’intervento di mastoplastica additiva, per raggiungere il volume desiderato, deve considerare il volume mammario iniziale e “calcolare” la differenza per determinare il volume del protesi richiesto. Continua a leggere

Protesi mammarie in silicone, perché sceglierle?

Le moderne protesi mammarie che contengono gel di silicone coesivo sono preriempite e dotate di struttura ed una forma indeformabile. Le protesi sono disponibili in diversi gradi di coesività del silicone. Ciò significa che alcuni gel offriranno maggiore stabilità perché conformate da gel altamente coesivo e altri conferiranno al seno una consistenza più morbida al tatto perché impiegano un gel meno coesivo. Continua a leggere

Trapianto Capelli

Correggere il diradamento dei capelli con la chirurgia

L’ intervento chirurgico di trapianto dei capelli oggi si è talmente sviluppato da poter offrire ai pazienti un risultato naturale e senza lasciare cicatrici. In passato la tecnica operatoria consisteva nell’ escissione di una porzione di cuoio capelluto dalla nuca, nel sezionamento dello stesso in piccole isole e nel successivo impianto. Il risultato di questo trapianto è da scarso a pessimo perché la zona ricevente risulta avere un aspetto denominato “effetto bambola” e la zona ricevente presenta una cicatrice che spesso si allarga e  produce nel paziente una sensazione di trazione. Continua a leggere